Invidia, negazione e odio nella Teoria della nascita
Dobbiamo innanzitutto distinguere un’invidia che potremmo ritenere normale da un’invidia che invece assume aspetti patologici e distruttivi nei rapporti interumani.
Se si prova invidia per quello che uno ha o possiede, come una automobile di marca o una bella casa, più frequentemente si potrà cadere in un rapporto di rivalità ma difficilmente questa dimensione assumerà aspetti patologici. Se invece l’invidia viene provata, tanto per fare un esempio, verso un amico che avvertiamo più vitale o più intraprendente di noi, cominciamo a entrare nell’ambito di una dinamica che è rivolta verso quello che uno è, ovvero le qualità umane dell’altro. Ma anche qui non è detto che si cada nella patologia almeno fin quando si arriva a provare nei confronti dell’altro un certo disagio, un malessere che è ancora in grado di diventare uno stimolo a fare di più e meglio.
Come si esprime l’invidia patologica?
Altre volte, quando sentiamo che è impossibile realizzare le qualità psichiche che un altro possiede e che per noi significano qualcosa di profondo perché legato alla nostra identità, può scattare l’invidia patologica, che è un movimento psichico di aggressività e distruttività che mira a guastare le qualità umane di chi le possiede.
L’invidia patologica è stata rappresentata nella letteratura da artisti e scrittori come Shakespeare con l’Otello dove Iago persegue con estrema lucidità l’obiettivo di distruggere il rapporto d’amore fra il moro e Desdemona fino alla tragedia finale, o come Alexandre Dumas con il romanzo Il conte di Montecristo, dove il protagonista è un giovane uomo, brillante e innamorato di una bellissima donna. Per questo motivo viene attaccato e calunniato da coloro che sembravano suoi amici, invidiosi della sua realizzazione al punto di causarne con false accuse una lunga e dura prigionia che lo allontanerà drammaticamente dalla sua amata.
Che cos’è l’invidia?
Attraverso esempi estrapolati dalla letteratura abbiamo evidenziato come l’invidia possa avere conseguenze drammatiche nei rapporti interumani. Ma che cos’è l’invidia?
Fagioli afferma che l’invidia è diretta contro le qualità psichiche dell’oggetto come bontà, bellezza, potenza, creatività che il soggetto invidioso è in grado di cogliere ma le deve distruggere. Potremmo dire che ha l’intelligenza di intuire la realtà umana dell’altro anche a livelli molto profondi ma allo stesso tempo la deve attaccare freddamente e lucidamente. Ma perché accade tutto questo, da dove nasce l’invidia?
Dove nasce l’invidia?
Potremmo dire che nasce innanzitutto da un’incapacità di amare. Per una propria incapacità di andare verso l’altro per conoscerlo meglio e desiderare le sue qualità umane, l’invidioso sente che il rapporto con l’altro è impossibile e non può ammettere che questa impossibilità derivi da una propria carenza. È una carenza umana che può essere pensata soprattutto a livello di affetti che si mettono in gioco nel rapporto interumano. In questo senso l’invidioso non riesce a provare calore nei rapporti interumani ma la sua capacità di relazione rimane confinata ad una visione fredda e svalutativa dell’altro.
Questa dimensione di freddezza si esprime con l’odio che è l’affetto connesso all’invidia, più precisamente è il sentire che il soggetto sperimenta nel suo rapporto con lo stimolo umano percepito e può essere avvertito dall’altro soggetto della relazione vivendo un disagio o un malessere.
L’invidia può manifestarsi anche con una reazione fantastica di aggressività che trova espressione nella negazione, una dinamica inconscia che consiste nella degradazione e rovina del contenuto umano invidiato.
Cosa si intende per negazione inconscia?
La negazione è una dinamica inconscia che è possibile cogliere nei sogni attraverso le immagini alterate del contenuto umano dell’oggetto invidiato. L’interpretazione della negazione basata sull’evidenziazione e comprensione delle immagini oniriche alterate è l’intervento terapeutico fondamentale per giungere al superamento di questa dimensione interna patologica. Così ad esempio tornando al nostro amico brillante e realizzato nelle relazioni se lo sogniamo solo e abbandonato da tutti gli amici possiamo interpretare la negazione invidiosa delle sue capacità di relazione.
Dr. Alessio Giampà, psichiatra e psicoterapeuta
Dr.ssa Antonia Mocci, psichiatra e psicoterapeuta