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Attacchi di panico

Ogni anno circa un adulto su 10 nel mondo è colpito da un attacco di panico. Il disturbo di panico invece, caratterizzato da attacchi di panico ricorrenti e inaspettati o dalla preoccupazione di avere ulteriori attacchi fino al modificare le proprie abitudini, colpisce circa il 3% della popolazione. Con la pandemia dovuta al COVID-19 e le relative restrizioni, si è assistito ad un deterioramento della salute mentale nel complesso[1] con incremento in generale dei disturbi d’ansia, categoria all’interno della quale sono inquadrati gli attacchi di panico. Molto spesso gli attacchi di panico compaiono durante l’adolescenza, causando disagio tra i giovani, fino a divenire in alcuni casi invalidanti, condizionando e limitando la socialità di molte ragazze e ragazzi.


Quali sono i sintomi di un attacco di panico?

Un attacco di panico è caratterizzato dalla comparsa improvvisa di paura e disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti[2], e che si associa ad una serie di possibili sintomi somatici e psichici. Tra i primi, si possono riscontrare: manifestazioni cardiocircolatorie come l’aumento dei battiti cardiaci (tachicardia) o la sensazione di sobbalzi a livello del ritmo del cuore (palpitazioni); sintomi di tipo respiratorio, come ad esempio sensazione di soffocamento o asfissia, o ancora la sensazione di una “mancanza d’aria” (dispnea); sintomi neurovegetativi, come brividi, sudorazione, vampate di calore, sensazione di avere la bocca completamente asciutta (secchezza delle fauci); sintomi neurologici come i tremori, formicolii che si propagano a braccia e gambe (parestesie), vertigini, sensazione di poter svenire da un momento all’altro; sintomi gastrointestinali, come nausea o dolori addominali. Per quanto riguarda i sintomi psichici, possiamo riscontrare: la convinzione che succederà qualcosa di molto grave fino alla paura di morire (in genere al culmine dell’attacco), la paura di perdere il controllo o impazzire, la percezione che la realtà intorno a noi stia cambiando improvvisamente rimandando ad una sensazione di irrealtà (derealizzazione), il sentirsi distaccati da sé stessi e dal proprio corpo (depersonalizzazione).

In un attacco di panico spesso sono presenti solo alcuni di questi sintomi (almeno quattro secondo i manuali più diffusi), mentre in quelli più “forti” sono percepibili quasi tutti.


Perché viene un attacco di panico?

Dal nostro punto di vista gli attacchi panico non sono una malattia o un “disturbo psichiatrico”, ma un sintomo, una sorta di spia che ci avverte in modo drammatico della presenza di un disagio psichico sottostante. Gli autori del volume Attacchi di panico: il corpo che grida[3] lo definiscono un “segnale lanciato dal non cosciente di chi ne soffre per avvertire che così non va, che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe, e che la vita che si sta vivendo non corrisponde alle esigenze interne”. Il malessere sottostante riguarda cioè il pensiero non cosciente, il “mondo” che riguarda gli affetti, i sogni, le emozioni e la fantasia di ogni essere umano. Ma la mente di chi ha gli attacchi di panico “sceglie” di esprimere il proprio malessere con una sintomatologia che riguarda sostanzialmente il corpo. Questo avviene perché si è creata nel corso del tempo una scissione tra mente e corpo. Come fossero scollegati tra loro. La scissione tra mente e corpo ne nasconde un’altra sottostante, ovvero quella tra la mente cosciente, razionale, concreta che si è resa cieca e scissa rispetto alla realtà degli affetti, delle emozioni, dei sogni, della fantasia, che è appunto non cosciente. Infatti proprio per questa cecità nei confronti della nostra realtà psichica interna, è il corpo, che è molto più concreto, a dover gridare.


Come si curano gli attacchi di panico?

Se, come abbiamo visto, gli attacchi di panico sono il sintomo di una patologia sottostante, l’obiettivo terapeutico principale a nostro giudizio, non sarà tanto quello di agire sulla sintomatologia, quanto sulle cause a monte, ovvero sulla scissione sottostante gli attacchi di panico e a ciò che ha portato ad essa. Lo strumento che ci consente questa operazione è la psicoterapia, ed in particolar modo una psicoterapia che affronti il pensiero non cosciente, che è ciò che si è ammalato nelle persone che hanno gli attacchi di panico. La psicoterapia che si propone tali obiettivi è quella fondata sulla Teoria della nascita dello psichiatra Massimo Fagioli.

Dott. Valentino Righetti, psichiatra e psicoterapeuta

 

[1] Center for Disease Control and Prevention, 2021; World Health Organization, 2021

[2] American Psychiatric Association, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Quinta Edizione, Raffaello Cortina Editore, 2014

[3] Dario C, Saba R, Testa L. Attacchi di panico. il corpo che grida. L’asino d’oro edizioni, Roma, 2018